TROPPE PROTEINE FANNO MALE AI RENI?

L’idea che troppe proteine nella dieta possano danneggiare la funzione renale nei soggetti sani è uno dei miti più diffusi nell’ambito della nutrizione. Questa credenza ha origine principalmente da osservazioni effettuate su soggetti con patologie renali, in cui effettivamente una dieta a basso contenuto proteico può rallentare la progressione della malattia. Tuttavia, estrapolare questi dati alla popolazione sana è scorretto e non supportato dalla letteratura scientifica.
Fisiologia renale e metabolismo proteico
Il metabolismo delle proteine comporta la produzione di scorie azotate (urea, creatinina, acido urico) che vengono eliminate attraverso il filtrato glomerulare. Un aumento dell’introito proteico determina un incremento temporaneo della filtrazione glomerulare (GFR), un fenomeno noto come iperfiltrazione glomerulare adattativa, fisiologico e reversibile nei soggetti sani.
Questo adattamento non è sinonimo di danno renale, ma di maggiore attività del rene in risposta a una maggiore richiesta metabolica.
Cosa dicono le evidenze scientifiche
Numerosi studi di coorte e revisioni sistematiche hanno dimostrato che l’assunzione di proteine oltre il fabbisogno stimato (di 0,9 – 1,1 g/Kg/die) non comporta un peggioramento della funzione renale nei soggetti sani. Anche apporti fino a 3.3 g/kg/die non mostrano alcun effetto avverso sulla funzione renale o epatica.
L’incremento temporaneo della GFR che può verificarsi in risposta a una dieta ricca di proteine è una risposta fisiologica adattativa e reversibile, non un segnale di danno. Questo adattamento permette ai reni di gestire in modo efficiente l’eliminazione dei cataboliti azotati senza generare effetti avversi strutturali o funzionali nel lungo termine.
Anche in popolazioni fisicamente attive o in programmi di ricomposizione corporea con elevato fabbisogno proteico, non sono stati riscontrati effetti dannosi sulla salute renale, a condizione che vi sia una funzionalità renale normale di partenza.
In sintesi, nei soggetti sani non vi è motivo, sulla base delle attuali conoscenze scientifiche, di limitare l’apporto proteico per timore di un danno renale.
Insufficienza renale e troppe proteine nella dieta
È importante distinguere tra causa e fattore aggravante. Le proteine non causano l’insufficienza renale cronica (IRC), ma possono aggravarne la progressione una volta che la patologia è presente. Le principali cause di IRC sono condizioni come diabete mellito, ipertensione arteriosa, glomerulonefriti, nefropatie ereditarie e autoimmuni, che compromettono progressivamente la funzione glomerulare.
In un soggetto con funzionalità renale compromessa, l’elevato apporto proteico aumenta la produzione di scorie azotate (urea, creatinina) e accentua il lavoro di filtrazione glomerulare, già ridotto. Questo può innescare un meccanismo di iperfiltrazione compensatoria nei nefroni residui, che nel tempo accelera la perdita di funzione. Inoltre, l’eccesso di proteine può aumentare la pressione intraglomerulare, contribuendo alla sclerosi glomerulare e peggiorando l’albuminuria.
Per questi motivi, nelle linee guida nefrologiche (es. KDOQI) si raccomanda un controllo dell’introito proteico in pazienti con IRC, tenendo conto dello stadio della malattia e della compresenza di altre condizioni come il diabete.