
DIETA CHETOGENICA E PERDITA DI PESO: COME FUNZIONA?
Che cos'è la dieta chetogenica?
La dieta chetogenica si basa su un principio preciso: ridurre drasticamente i carboidrati (fino al 5-10% dell’apporto calorico giornaliero) e compensare con un alto consumo di grassi (circa 70-80%) e una quota moderata di proteine. Questo squilibrio spinge il corpo a entrare in chetosi.
In questa condizione, i corpi chetonici (acetone, acetoacetato, beta-idrossibutirrato), prodotti con l’utilizzo degli acidi grassi, vengono utilizzati dalla maggior parte delle cellule come fonte di energia, in sostituzione del glucosio. Quelle cellule che devono utilizzare glucosio in modo obbligato, come alcune cellule del sistema nervoso centrale e i globuli rossi, continuano comunque a ricevere quello prodotto tramite gluconeogenesi, a partire principalmente dagli amminoacidi.
Come avviene la rapida perdita di peso?
Uno degli aspetti che più attira chi sceglie la dieta chetogenica è la possibilità di perdere peso velocemente, già nelle prime settimane. Tuttavia, è fondamentale comprendere cosa si cela dietro questo dimagrimento così immediato, per non farsi fuorviare da risultati iniziali che potrebbero essere solo temporanei.
La riduzione drastica dei carboidrati induce l’organismo a consumare le proprie riserve di glicogeno, una forma di glucosio immagazzinata nel fegato e nei muscoli. Quello che spesso non si considera è che ogni grammo di glicogeno trattiene diversi grammi di acqua. Di conseguenza, il corpo non solo consuma le scorte di zuccheri, ma elimina anche grandi quantità di liquidi. Inoltre, durante lo stato di chetosi, i corpi chetonici prodotti vengono eliminati anche per via urinaria, contribuendo a una disidratazione significativa.
Quali sono gli effetti indesiderati della dieta chetogenica?
Sebbene la dieta chetogenica venga spesso proposta come un’opzione efficace per dimagrire, non è priva di effetti collaterali e potenziali rischi per la salute, soprattutto se seguita senza una supervisione professionale. I suoi effetti sul metabolismo e sul bilancio elettrolitico possono comportare conseguenze anche importanti.
Ecco i principali problemi segnalati.
Influenza chetogenica (“keto flu”): nelle prime fasi, molte persone sperimentano stanchezza, mal di testa, nausea, irritabilità e difficoltà di concentrazione. Questo fenomeno è legato alla perdita di liquidi ed elettroliti, e all’adattamento del corpo alla nuova fonte di energia.
Carenze nutrizionali: eliminando o riducendo fortemente frutta, legumi, cereali e alcune verdure, si rischia di non assumere a sufficienza vitamine (C, B, K), minerali, fibre e fitocomposti, tutti fondamentali per la salute a lungo termine.
Rischio per la salute ossea: l’elevato apporto proteico, spesso da fonti animali, può creare un carico acido eccessivo che il corpo tampona prelevando calcio dalle ossa, aumentando l’escrezione urinaria e portando, nel tempo, a un rischio aumentato di osteoporosi e fratture.
Alito e sudore acetonico: l’eliminazione dell’acetone attraverso il respiro e la sudorazione può generare odori sgradevoli (dolciastro, simile a solvente), che pur non essendo dannosi, possono causare disagio sociale per chi segue questo tipo di dieta.
La dieta chetogenica è sostenibile a lungo termine?
Uno degli interrogativi principali sulla dieta chetogenica riguarda la sua sostenibilità nel tempo. Se da un lato può offrire risultati motivanti nel breve periodo, dall’altro richiede una gestione molto rigorosa e può portare a effetti indesiderati se protratta troppo a lungo.
La letteratura scientifica e le raccomandazioni più prudenti non suggeriscono di seguirla oltre i 3-6 mesi, a meno che non sia giustificato da una patologia e sotto stretto controllo medico. L’adesione a lungo termine risulta difficile sia per motivi sociali e pratici (numerose restrizioni alimentari), sia per i possibili effetti negativi sul metabolismo osseo, renale e sull’equilibrio generale dell’organismo.
È più vantaggiosa rispetto alla dieta mediterranea?
Il confronto tra la dieta chetogenica e la dieta mediterranea mette in evidenza due approcci molto diversi all’alimentazione. La dieta mediterranea, basata su frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce, olio extravergine di oliva e un consumo moderato di proteine animali, è sostenuta da decenni di studi scientifici che ne attestano l’efficacia nel migliorare la salute cardiovascolare, ridurre l’infiammazione e promuovere la longevità. È anche più flessibile, varia e culturalmente radicata, soprattutto nei paesi del bacino mediterraneo. Al contrario, la dieta chetogenica impone limitazioni drastiche, è meno sostenibile nel lungo periodo e, sebbene possa offrire risultati rapidi nella perdita di peso, non ha la stessa solidità scientifica a supporto dei benefici generali per la salute.